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Olestra: diverse miscele per ridurre gli effetti collaterali

Olestra è il nome comune che identifica una miscela di composti costituiti da zucchero esterificato (legato) a 6 o 8 acidi grassi. Questo poliestere è stato scoperto casualmente da due ricercatori americani che erano intenti a trovare una fonte di grassi più digeribili per i bambini nati prematuri. L’Olestra è stata brevettata nel 1971 dalla Procter & Gamble come sostituto non calorico dei grassi, ma solo recentemente (1996) è stato approvato dalla FDA americana (Food and Drug Administration). La produzione e sintesi di questa molecola avviene attraverso un processo di transesterificazione tra zucchero ed esteri metilici di acidi grassi che legati formano sucresteri ad elevato grado di estericazione (SPE).[banner]

Olestra



La molecola non è digerita dalla lipasi pancreatica e quindi non assorbita, ne metabolizzata dall’organismo. Essa si presenta come un prodotto dalla consistenza semisolida che lo distingue dagli altri poliesteri del saccarosio rendendolo più simile ai comuni oli e grassi alimentari. Sembra, tuttavia, che proprio a causa del mancato assorbimento, l’Olestra possa provocare disturbi a livello gastrointestinale, quali flatulenza ed aumento della massa fecale. C’è anche la possibilità di una certa perdita di vitamine liposolubili quali A, E, D e K. Alcuni studi recenti condotti su topi da laboratorio hanno approfondito e compreso ulteriormente gli effetti dell’Olestra sull’organismo animale. Gli esperimenti consistevano nel trattare i topi, inducendoli ad ingerire poliesteri dello zucchero di acidi grassi insaturi (linoleico – oleico). Si osservò che nei roditori trattati, le feci escrete erano costituite dai tipici pelletts assieme, però, a una fase oleosa separata. Tale separazione non si evidenziava se veniva fornita una miscela di poliesteri sintetizzata a partire da grassi particolarmente idrogenati (18% palmitico, 38% stearico, 11% linoleico, 31% oleico). Questa composizione acidica, che si scioglie in un intervallo di temperatura compreso tra 37-42ºC , era dunque caratterizzata da un punto di fusione più alto rispetto alla miscela insatura.I diversi effetti gastrointestinali associati ad un consumo di poliesteri liquidi o solidi sono stati osservati anche nell’uomo ed, in particolare, l’intervallo di fusione è una condizione determinante per valutare il grado di separazione del poliestere dal materiale fecale.

I poliesteri altofondenti sembrano ridurre l’insorgenza di sintomi gastrointestinali, come steatorrea o diarrea se paragonati con quelli bassofondenti. Tuttavia pensare di utilizzare questi sostituiti acalorici altofondenti potrebbe non essere una scelta commercialmente adeguata in quanto i prodotti arricchiti di poliesteri altofondenti conferiscono una texture cerosa e grassosa agli alimenti, ne riducono inoltre la gustosità e il grado di piacevolezza. Proprio per questo sono state ideate delle formulazioni intermedie costituite dalla miscelazione, in diverse percentuali, di poliesteri altofondenti e bassofondenti. In questo modo è stato possibile ridurre gli eventuali disturbi gastrointestinali unitamente ad un più accettabile grado di gustosità e palatabilità, ovviamente nei limiti che può apportare un componente sintetico aggiunto.

alimentech in Chimica degli Alimenti,Emulsionanti on Febbraio 12 2012 » Comments are closed.